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A cura del Comitato Scientifico

La miopia e le sue complicanze

AUTORE: Dr.ssa Maria Vadalà

La miopia è il vizio di refrazione (ametropia) più comune e diffuso a livello mondiale. Molti studi hanno stimato che entro il 2050 circa metà (49.8%) della popolazione mondiale sarà miope.
maculopatia_miopica

La miopia è il vizio di refrazione (ametropia) più comune e diffuso a livello mondiale. Molti studi hanno stimato che entro il 2050 circa metà (49.8%) della popolazione mondiale sarà miope. In base all’entità classicamente la miopia si definisce:

  • lieve se ≤ -3.00 diottrie;
  • media se il difetto refrattivo è compreso tra -3.00 e -6.00 diottrie;
  • elevata se >6.00 diottrie.

E’concorde la individuazione di fattori genetici quali responsabili della insorgenza di questa ametropia, di maggiore importanza per le forme di miopia elevata o cosiddetta patologica. Gli studi più recenti sempre di più sottolineano il ruolo di fattori ambientali, a volte correlati tra loro, per spiegare come questo difetto visivo sia sempre più in aumento, sia per la precocità di insorgenza che per l’entità: lo stile di vita relativo all’educazione e alla formazione scolastica, la diminuzione del tempo trascorso all’aperto, il tasso di vitamina D, un aumento del tempo trascorso facendo attività a distanza prossimale, fenomeni legati alla postura, sembrano concorrere all’aumento di questo fenomeno, trend che vede spostare la maggiore incidenza della miopia nelle fasce di età comprese sotto i trenta anni rispetto a quanto acceduto nel 2000. Secondo queste previsioni, non solo ci saranno più persone miopi entro il 2050, ma anche che esse saranno più anziane e maggiormente esposte, rispetto al 2000, agli effetti patologici della miopia, come degenerazione maculare, glaucoma e distacco di retina.

Al di là dell’impatto epidemiologico, l’interesse clinico si sposta verso le forme di miopia patologica perché queste si associano a condizioni patologiche che possono compromettere in maniera grave la visione. Inoltre spesso la loro insorgenza è già nell’età giovane-adulta, interferendo con le autonomie e le capacità lavorative.

L’eccessivo allungamento del bulbo oculare induce la formazione di cambiamenti degenerativi della parte dell’occhio, determinando una retinopatia miopica o meglio una maculopatia miopica, responsabile di una variabile riduzione dell’abilità visiva perché caratterizzata dall’atrofia corioretinica cioè aree di perdita e assottigliamento delle varie parti del tessuto della retina. La complicanza più grave dal punto di vista visivo associata alla maculopatia miopica è la neovascolarizzazione maculare miopica. La sua prevalenza in individui con miopia patologica varia tra il 5,2% e l’11,3% ed è bilaterale nel 15% dei casi. La conseguenza di questa patologia è una rapida, subitanea riduzione di acuità visiva.

L’elevata lunghezza assiale dell’occhio con miopia elevata può determinare delle trazioni patologiche sulla retina, che deve adattarsi alle crescenti dimensioni oculari. Quando questa forza di trazione diventa maggiore dell’ elasticità retinica, si puo’ assistere ad un distacco di retina. Il distacco di retina periferico colpisce il 12,5% circa delle persone con miopia elevata, ma la prevalenza aumenta fino al 60,7% nei soggetti con lunghezza assiale superiore ai 30 mm.

E’ stata documentata una correlazione tra miopia elevata e alterazioni del nervo ottico e glaucoma. Il nervo ottico e le strutture vicine sono molto spesso alterati in caso di miopie elevate, in particolare le regioni papillari e peripapillari a causa dello stiramento meccanico del bulbo. Gli occhi altamente miopi hanno un rischio 3,2 volte maggiore di avere neuropatia ottica glaucomatosa rispetto agli occhi moderatamente miopi. I soggetti miopi hanno un rischio di sviluppare la patologia da due a tre volte maggiore rispetto a quello dei soggetti non miopi, indipendentemente da altri fattori di rischio.

Un’altra delle complicanze dovuta a un grado elevato di miopia è la cataratta, maggiormente frequente e ad esordio più precoce rispetto a un occhio non miope. Ad oggi, il meccanismo con cui la miopia provoca cambiamenti nel cristallino non è stato ancora compreso appieno.

La prevenzione verso la miopia si basa sui seguenti approcci:

  1. prevenzione della insorgenza e della progressione della miopia, con particolare riguardo per la fascia di età tra 3 e 10 anni;
  2. prevenzione della insorgenza delle complicanze della miopia patologica, affidata a controlli specialistici periodici cui sottoporsi particolarmente se affetti da forme di miopia superiori a 6 diottrie;
  3. diagnosi precoce e puntuale precoce trattamento delle complicanze retiniche quali glaucoma, distacco di retina o maculopatia miopica neovascolare, rivolgendosi al proprio oculista di fiducia.

 

Bibliografia

  1. Holden BA, Fricke TR, Wilson DA, et al. Global Prevalence of Myopia and High Myopia and Temporal Trends from 2000 through 2050. Ophthalmology. 2016 May;123(5):1036-42. doi: 10.1016/j.ophtha.2016.01.006. Epub 2016 Feb 11. PMID: 26875007.
  2. Morgan IG, Wu PC, Ostrin LA, et al. IMI Risk Factors for Myopia. Invest Ophthalmol Vis Sci. 2021 Apr 28;62(5):3. doi: 10.1167/iovs.62.5.3. PMID: 33909035; PMCID: PMC8083079.
  3. Ohno-Matsui K, Lai TYY, Lai CC, et al.  Updates of pathologic myopia, Progr  Ret Eye Res, Volume 52, 2016, Pages 156-187, ISSN 1350-9462, https://doi.org/10.1016/j.preteyeres.2015.12.0 01

AUTORE: Dr.ssa Maria Vadalà

Istituto di Oftalmologia, Dipartimento BIND, Università di Palermo