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A cura del Comitato Scientifico

Tomografia Ottica Computerizzata (OCT)

AUTORE: Dr.ssa Daniela Bacherini

La Tomografia ottica computerizzata (OCT) a luce coerente, è un esame diagnostico usato in oculistica per lo studio non invasivo della retina. Esso studia, con risoluzione quasi istologica, la regione centrale della retina, la macula.
Strumento OCT
Strumento OCT

La Tomografia ottica computerizzata (OCT) a luce coerente, è un esame diagnostico usato in oculistica per lo studio non invasivo della retina. Esso studia, con risoluzione quasi istologica, la regione centrale della retina, la macula, regione della visione distinta cui dobbiamo la nostra acuità visiva (i nostri “dieci decimi”) e la nostra capacità di leggere, scrivere e distinguere i dettagli. Tale ragione, la macula, può essere affetta da numerose patologie retiniche che, compromettendo la sua integrità, sono responsabili di riduzione visiva di vario grado e severità. L’OCT è pertanto un esame fondamentale per la diagnosi, la programmazione del trattamento ed il monitoraggio delle patologie maculari.

L’OCT è una tecnica diagnostica che consente una analisi in vivo, non invasiva e ad alta risoluzione degli strati corioretinici. La tecnica si basa sul grado di assorbimento o di dispersione di una luce attraverso un tessuto. Questa tecnologia ha subito negli anni una evoluzione così significativa da divenire una metodica diagnostica indispensabile nello studio delle patologie retiniche.

L’OCT ci fornisce informazioni fondamentali per prendere decisioni cliniche, per effettuare trattamenti ed ottimizzare la gestione del paziente. L’esame è digitalizzato e viene conservato dallo strumento per poter mettere a confronto gli esami eseguiti nel tempo dal paziente, consentendo confronti con gli esami precedenti.

Nell’ambito della retina medica, la disciplina che studia le patologie acute o croniche a carico della retina, l’OCT è uno strumento diagnostico fondamentale nella gestione delle maculopatie, come la degenerazione maculare senile, le occlusioni venose retiniche, la retinopatia diabetica e molte altre. Questo strumento ci permette di determinare l’attività della patologia ed è ad oggi lo strumento più usato dagli oculisti per porre l’indicazione al trattamento.

Grazie all’OCT e ai progressi della tecnologia, negli ultimi 20 anni si sono potuti determinare anche i sottotipi delle varie patologie, potendo fornire informazioni prognostiche e scegliere la terapia adatta per ogni singolo caso.

L’OCT ci fornisce inoltre informazioni strutturali anche relative al nervo ottico, quali la misurazione dello spessore delle fibre nervose, specialmente in merito alla patologia del glaucoma.

L’OCT è indispensabile anche nella diagnosi e nel follow-up di malattie della retina di competenza chirurgica come le membrane epiretiniche maculari, il foro maculare e il distacco di retina.

L’esecuzione dell’esame è veloce e semplice, e dura pochi minuti. Il paziente viene fatto accomodare davanti allo strumento e viene invitato a fissare una mira che si troverà nella direzione decisa dall’operatore per studiare la porzione di retina oggetto di studio. L’esecuzione dell’esame è affidabile, ripetibile, non invasivo e minimamente impegnativa per il paziente.

Attualmente l’evoluzione tecnologica ha portato allo sviluppo anche di OCT intraoperatori che consentono al chirurgo uno studio intra-operatorio real-time dell’interfaccia vitreoretinica.

OCT Angiografia

L’OCT angiografia (OCTA) è una tecnica relativamente recente derivata dagli sviluppi della tecnologia OCT. L’OCTA consente una valutazione rapida, non invasiva e dettagliata del flusso vascolare retino-coroideale, permettendo una valutazione separata di ogni strato vascolare. Grazie a questa tecnica quindi è possibile valutare separatamente il flusso vascolare del plesso capillare superficiale retinico (superficial capillary plexus, SCP), distinguendolo dal plesso capillare retinico profondo (deep capillary plexus, DCP), la cui distinta visualizzazione non era consentita mediante le tecniche convenzionali di studio angiografico, quali la fluorangiografia retinica. Infatti, con la fluorangiografia tutti i plessi vascolari risultano sovrapposti e non possono perciò essere distinti o valutati separatamente (esame bidimensionale). La capacità di valutare separatamente i vari plessi vascolari retinocoroideali è importante poiché ciascuno di essi può essere coinvolto individualmente, separatamente o in fasi diverse nei vari processi patologici. Il concetto che sta alla base dell’OCTA è quello della rilevazione del movimento (motion detection): in sostanza viene evidenziato solo ciò che si muove all’interno del tessuto, e, considerando che il sangue è l’unico elemento in movimento nella retina, viene rilevato il flusso vascolare usando il movimento dei globuli rossi rispetto al tessuto statico come mezzo di contrasto intrinseco. Non viene perciò utilizzato alcun mezzo di contrasto o colorante somministrato per via endovenosa. Quindi l’OCTA consente una visualizzazione non invasiva dei plessi vascolari retinici e coroideali. In sostanza ed in modo molto semplificato, vengono acquisite immagini OCT trasversali in rapida successione, il software all’interno dei dispositivi OCTA è in grado di effettuare un rilevamento del movimento basato sull’analisi differenziale di scansioni sequenziali. Il movimento del flusso o delle cellule del sangue crea contrasto nell’OCTA e il contrasto del movimento viene misurato dall’emissione di segnale di decorrelazione, che appare alla scansione OCTA di colore bianco. L’angiografia OCT produce immagini di flusso tridimensionali che richiedono una appropriata segmentazione per valutare le anomalie vascolari. La segmentazione viene effettuata dal software dello strumento che seleziona dei piani o superfici di riferimento.

La patologia dove l’OCTA trova il maggiore utilizzo è la degenerazione maculare legata all’età. Questa patologia è caratterizzata nella sua forma essudativa dallo sviluppo di neovasi anomali a livello maculare responsabili di riduzione visiva ed insorgenza di visione distorta e che possono essere identificati in modo non invasivo grazie a questa tecnologia. Una volta stabilita la corretta diagnosi, anche grazie all’Angio OCT, si proporrà il trattamento di questa patologia con farmaci specifici che bloccano la loro attività.

L’angio-OCT è stato usato negli ultimi anni anche a scopo di ricerca per poter studiare la componente vascolare nelle diverse patologie della retina come la retinopatia diabetica e altre retinopatie, che hanno alla base una condizione di ridotta perfusione.

L’esame in sé è molto simile all’OCT, non invasivo, non comporta l’uso di mezzi di contrasto e richiede solo l’attenzione e la fissazione del paziente per tempi brevi.

Negli ultimi anni l’angio-OCT ha permesso di ridurre la necessità dell’esecuzione di esami più classici con uso di mezzo di contrasto come la fluorangiografia retinica. Pur non avendo le stesse proprietà e non fornendo le stesse informazioni, spesso l’angio OCT può essere sufficiente per il corretto inquadramento diagnostico. Questo ne giustifica il crescente interesse e la crescente diffusione della tecnica di questa tecnologia nella gestione patologie retiniche.

Immagine OCT

AUTORE: Dr.ssa Daniela Bacherini

AOU Careggi Università di Firenze